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IMMAGINARE LA SPERANZA

  • Le Vie del Sacro
  • 14 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

Arte contemporanea nelle chiese giubilari

Paul Moroder, Giovanni Frangi, Davide Maria Coltro e Giovanni Stefano Rossi immaginano la speranza


Quattro artisti provano a "immaginare la speranza" in quattro chiese giubilari della Diocesi di Bergamo, dando forma a una mostra diffusa, un itinerario artistico e spirituale che abbraccia quattro luoghi di fede, preghiera e devozione: San Giovanni Apostolo in San Giovanni Bianco, San Pietro Apostolo a Trescore Balneario, il Santuario della Madonna dei Campi di Stezzano e il monastero di San Giacomo a Pontida.



Paul Moroder

L'eternità davanti

Chiesa di San Pietro Apostolo

via Locatelli n. 102, Trescore Balneario


Paul Moroder porta nella chiesa di Trescore due sculture in vetrocristallo - una incandescente, dalla calda luce ambrata, l’altra più oscura, più simile alla pietra – e le racchiude in un piccolo ambiente, che ha la preziosità di uno scrigno. Nasce un dialogo tra luce e materia, tra tempo e eternità, che trova eco nei versi di Rainer Maria Rilke, che esorta a esercitare la pazienza, a contemplare i bagliori di luce, senza lasciarsi soffocare dal buio, ad attendere l’estate anche nelle tempeste della vita, perché “essa arriva, nonostante tutto. Ma solo per chi è paziente, chi vive come se avesse l’eternità davanti”. 



Davide Maria Coltro

Iper Sacro

Chiesa di San Giovanni Apostolo

via B. Tasso n. 4, San Giovanni Bianco


Venticinque monitor, infinite texture in movimento, un’unica composizione incastonata entro una nicchia. Davide Maria Coltro, pioniere dell’arte digitale, realizza per San Giovanni Bianco una moderna pala d’altare, composta da “quadri mediali” su cui prende forma la relazione tra la Sacra Spina, custodita nella parrocchia da secoli e le tracce ematiche dell’Uomo della Sindone. Il segno della Spina e le tracce di sangue trasfigurate digitalmente, testimonianze di un mistero che ancora interroga la scienza, diventano non solo tracce di sofferenza, ma segni di una speranza redentrice.



Giovanni Stefano Rossi

Fidati di lei

Monastero di San Giacomo

piazza Giuramento n. 155, Pontida


Giovanni Stefano Rossi traccia un itinerario nel chiostro del monastero, luogo dove i monaci si riuniscono, passeggiano, pregano, celebrano processioni. Un corridoio, leggero e sospeso, che danza al vento e al passaggio delle persone, scandito da quattro varchi di tessuto in gradazione, dall’azzurro al blu intenso. È un invito a compiere un cammino di ascesi e meditazione e ad esplorare il confine tra materia e trascendenza, tra luce e ombra, tra desiderio e fatica di camminare. Tra questi opposti, nello spazio millenario dell’abbazia di Pontida, s’insinua un invito discreto, quasi sussurrato: Fidati di lei, poiché non ti deluderà. 



Giovanni Frangi

A beautiful May

Santuario della Madonna dei Campi

via Santuario n. 49, Stezzano


Giovanni Frangi rilegge l’evento miracoloso che ha dato vita al Santuario di Stezzano. Era il maggio 1586 quando dell’acqua prodigiosa sgorgò nei pressi di un’antica effige della Madonna. Il miracolo è evocato un una serie di nuovi dipinti collocati tra gli stucchi dei matronei della zona absidale, illuminata da un’inconsueta apertura su orizzonti azzurri di cieli e di mari, che appena si intravedono. In uno scrigno di arte e fede, che custodisce opere di celebri pittori, Frangi parla di speranza facendo ricorso alla semplicità e alla freschezza. Le stesse di quel bel maggio 1586.





 
 
 

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